VENERDÌ 5 DICEMBRE 2014 INAUGURA A GENOVA LA MOSTRA FOTOGRAFICA "LUCI ED OMBRE NELL'APPENNINO LIGURE".
IN ESPOSIZIONE LE OPERE DI GIULIANO LO PINTO.
Venerdì 5 dicembre 2014, alle ore 17, presso la Sala Consiliare del Municipio Bassa Val Bisagno di Genova, in piazza Manzoni 1, inaugura la mostra "Luci ed ombre nell'Appennino Ligure". In visione le opere fotografiche di Giuliano Lo Pinto.
La galleria sarà anche visitabile in contemporanea, sempre nel capoluogo ligure, presso Sala Cambiaso di Villa Imperiale, in via San Fruttuoso 74.
Il vernissage vedrà le presenza ed i contributi relatori di svariate autorità locali, di personalità del mondo dell'arte e della critica.
L'esposizione, che si muove sotto l'egida del Comune di Genova, è organizzata e patrocinata dal Municipio Bassa Val Bisagno in sinergica collaborazione con la Biblioteca G.L. Lercari in Villa Imperiale.
Note di apprezzamento per l'alto valore artistico rappresentato dalla manifestazione sono giunte dall'architetto Massimo Ferrante, presidente del suddetto Municipio e da Elena Di Florio, relativo assessore alla Cultura e Manifestazioni che interverrà all'inaugurazione.
«L'impressione che si prova già da una prima occhiata alle fotografie di Lo Pinto - spiega la Di Florio - è un senso di bellezza e di ammirazione, la proiezione dell'occhio umano verso l'infinito spettacolo che la natura nei suoi diversi aspetti continua a regalarci. Dettagli catturati con l'animo di chi vuole cogliere bellezza, storia del paesaggio e delle prerogative presenti in esso, immagini capaci di regalare ad ogni scatto l'unicità e la peculiarità del luogo. È un piacere ed un grande onore per il Municipio Bassa Val Bisagno ospitare e proporre la prestigiosa mostra di Giuliano Lo Pinto nella serie di manifestazioni culturali offerte al territorio».
Degna d'evidenza l'autorevole opinione espressa dal professore e critico d'arte internazionale Gianfranco Bruno che così recensisce i capolavori dell'artista genovese: «Le fotografie di paesaggio che Giuliano Lo Pinto espone in questa mostra non sono illustrative, né descrittive. Nascono da un operatore che ha la passione per l'immagine, e in ciascuna di esse sussiste una forza emotiva che anima la scena ripresa e questa perde quella piattezza che generalmente caratterizza la fotografia rendendola un semi-vedere in cui prevalgono funzioni informative, rappresentative, sorprendenti, allettanti». «Una bella mostra per gli amatori di fotografia, - conclude Bruno - e per coloro che con correttezza intendono ad essa accostarsi. E anche per chi voglia conoscere imprevedibili, suggestivi aspetti, poco conosciuti, dell'Appennino Ligure, che Lo Pinto infaticabilmente percorre».
Certamente in linea il parere proferito dal critico d'arte, nonché scrittore e giornalista, Stefano Bigazzi che afferma: «La fotografia di Giuliano Lo Pinto è il risultato di un approccio intuitivo all'immagine, cui non è del tutto estranea la formazione scientifica dell'artista, medico apprezzato, dirigente degli Ospedali Galliera: è in prima istanza, come evidenziato in altre occasioni, l'elaborazione di un interesse vivo per il viaggio e per i contenuti che da esso promanano, tuttavia senza limitarsi alla semplice archiviazione di testimonianze visive.
Più di un diario di viaggio, l'opera di Lo Pinto appare come soddisfacimento di una ricerca estetica. La fotografia come espressione del bello completata nello stesso tempo da un profondo ragionamento che traspare nella scelta dei soggetti, tutt'altro che casuali senza alcuna posa. Una scelta veloce, si potrebbe dire istintiva, che sottende un più articolato ragionamento precedente, per cui l'artista sa con consapevole esattezza cosa cercare, cosa trovare».
La mostra sarà aperta al pubblico nella doppia location sino a mercoledì 7 gennaio 2015, dalle ore 9 alle 16 (venerdì pomeriggio chiuso) presso la Sala Consiliare del Municipio; dalle ore 9 alle 18 di tutti i giorni escluso il sabato, la domenica ed i festivi alla Sala Cambiaso di Villa Imperiale. Ingresso libero.
Approfondimenti
Giuliano Lo Pinto. Note biografiche. Giuliano Lo Pinto è nato a Sant'Ilario (Genova) il 20 novembre del 1952. Ha trascorso l'infanzia nel Monferrato e si è poi trasferito a Genova. Dopo il Liceo Scientifico Cassini si è iscritto a Medicina e si è laureato nel 1977 col massimo dei voti e lode e abbraccio accademico (somministrato dal chirurgo professor Tosatti).
Sin dal giorno della Prima Comunione, in possesso di una primitiva ma meravigliosa fotocamera Kodak cerca di fotografare quanto gli capita all'occhio. Sviluppa l'interesse fotografico con una Zeiss Contina e poi si impratichisce del sistema Olympus: OM1 OM2 obiettivi vari. Scatta migliaia di diapositive in appennino e in alta montagna. Un solo aneddoto: in un settembre di anni fa sulla vetta del Monte Bianco alle 7 del mattino estrae la Minox 35 mm gelosamente custodita nel taschino della camicia sotto il duvet e si accorge che l'otturatore è congelato: un trattamento d'emergenza tramite riscaldamento corporeo in altra sede risolve il problema e consente di scattare i ricordi di vetta.
La professione medica e la famiglia lo occupano prioritariamente, ma con l'arrivo del digitale si affida a Canon e riprende a fotografare con continuità e completa soddisfazione. Frequenta da almeno 45 anni l'Appennino Ligure in tutte le stagioni e con ogni tempo cercando di cogliere momenti di luce ed inquadrature particolari. Cerca di associare alle immagini l'anima del luogo, le sue storie e le sue leggende. Con la critica di
Germano Beringheli presenta a Savona nella fortezza del Priamàr a dicembre 2013 fotografie di un viaggio in Turchia e poi alla Prefettura di Genova nel 2014 immagini di mercati del mondo.
Ora si cimenta con la luce e l'ombra che pervade l'Appennino Ligure con l'ambizione di produrre successivamente un libro fotografico arricchito di storie e leggende dei luoghi visitati.
«La presentazione insperata del professor Gianfranco Bruno, di Stefano Bigazzi e dell'assessore Municipale Di Florio mi spinge a cercare di fare ancora meglio. Un ringraziamento particolare a Gianni Carrea per i preziosi consigli elargiti».
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