"Schegge di vita al mare d'inverno" ,
Al Museo del Sale di Cervia 13 scatti artistici di Sandro Capatti
MUSA, Museo del sale di Cervia
Via Nazario Sauro 24
26 agosto – 8 dicembre
Sabato, domenica e festivi dalle 15.00 alle 19.00
Si svolgerà a MUSA, museo del sale di Cervia, da lunedì 26 agosto a domenica 8 dicembre la mostra fotografica dal titolo "Schegge di vita al mare d'inverno". Le immagini mostrano mare e territorio durante il periodo invernale, in un momento in cui le spiagge sono poco frequentate e l'aria più fredda avvolge i luoghi connotandoli di un fascino e magia particolari.
Luoghi e atmosfere offrono spazio all'interiorità, al pensiero profondo, alla calma, alla meditazione.
L'autore ci presenta il suo lavoro
"Riassunti in 13 scatti, gli istanti unici su cui si è posato lo sguardo per cogliere, attraverso la tangibile realtà quotidiana, momenti che sprofondano in uno spazio infinito di sensazioni altalenanti, di una rarefatta atmosfera che solo il mare d'inverno può avere.
Riflessi di vita concreta che, fermati dall'obiettivo, evidenziano una più vasta dimensione atemporale.
Un racconto attraverso le immagini, di mestieri e di gente di mare, di pescherecci che salpano all'alba, di cantieri e saline in attivo, di stabilimenti balneari ed alberghi chiusi; e ancora una visione sospesa di spiagge solitarie e svuotate che riflettono attraverso dettagli di oggetti o persone ritratte per caso, un senso di abbandono e di attesa, di silenzio e di ansia sopita, di un passato che rincorre ed un futuro che si allontana.
Frammenti di un mare dolce e terribile, che con forza attrae e distrugge ma che con il tempo, attraverso una voce libera ed antica, restituisce tutto, soprattutto i ricordi.
Un mare quello d'inverno che sembra senza limiti, eppure echeggia e rumoreggia solo quando li incontra, quando infrangendosi sugli scogli, con le sue onde trasportate dal vento,diventa schiuma, quando sfinendosi sulla spiaggia, risacca, quando incontrandosi con il cielo all'orizzonte si fonde e si annulla e dunque i suoi limiti diventano la sua bellezza: proprio come per ognuno di noi."
Nel 1992 Sandro Capatti diventa fotografo professionista dopo aver frequentato la scuola di fotografia a Milano. Inizia a collaborare con vari professionisti, facendo esperienza con vari tipi di fotografia. Quella da cui è più attratto è il foto giornalismo, fa esperienze con varie testate giornalistiche italiane, per 5 anni vive e lavora in Canada collaborando con agenzie e con il quotidiano Il Corriere Canadese di Toronto.
Ha realizzato varie mostre fotografiche collettive e personali in Italia e all'estero.
Nel 2000 gli viene riconosciuto il premio come miglior fotografo del Giubileo nella sez .B/W e nel 2001 come miglior fotografo dell'anno sempre nella sez. B/W.
Ha svolto vari reportage di carattere sociale in Africa, dall'Eritrea al Togo, Benin, Sudan e Darfhoru, Etiopia ed altro, l'argomento sociale per Capatti è fondamentale: denunciare i soprusi, i diritti violati sui bambini e donne, fame e carenze sanitarie ecc.
Nel dicembre 2003 partecipa al PREMIO NICOLINI a Ferrara. La sua fotografia riceve una menzione speciale di merito nella sezione pittura. Questo perché le sue immagini fotografiche di alta qualità e tecnica vengono considerate anche come immagini artistiche di grande spessore qualitativo e creativo.
In ottobre 2010 è uscito il suo libro dal titolo "SORRISI STRAPPATI ALLA GUERRA" realizzato nei campi profughi e degli orfanotrofi della Bosnia, step conclusivo di questo progetto realizzato in collaborazione con l'associazione Cosmohelp di Faenza.
Da maggio del 2010 ha iniziato un progetto sul tema del nucleare recandosi in Bielorussia ed Ucraina nelle zone contaminate dalle radiazioni e al reattore di Chernobyl. In maggio 2011 presso l'Antica Biblioteca Nazionale di Gomel in Bielorussia,sono state esposte 50 immagini in bianco e nero realizzate nella cosiddetta "zona 30", il raggio di 30 km dichiarato non più vivibile per l'uomo a causa della contaminazione radioattiva. Il progetto si svolge in collaborazione con l'associazione Help for Children di Parma.
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