In "Volti non a fuoco", Bianchi dopo dieci anni di fotografie in bianco e nero, realizza per la prima volta delle immagini a colori, cercando di contrastare e resistere alla grande tradizione per certi versi schiacciante, della fotografia in bianco e nero di Senigallia, la sua città d'appartenenza. Le fotografie della mostra sono state realizzate con tecnica analogica su negativi 6 x 6 cm, utilizzando una pesante macchina a mano libera e prestando particolare attenzione alla fase di ripresa, vero momento creativo e intimo del fotografo. L'aspetto originale del lavoro di Bianchi, e che egli con tanta determinazione ha colto, le luci e le forme che portano le sue immagini ad una dimensione onirica e non descrittiva, per cercare di rappresentare i significati simbolici attraverso le sfocature e i colori alterati, fino ad ottenere una trasfiguarzione del reale ed una narrazione poetica della forma. La ricerca creativa di Giorgio Bianchi nasce a metà degli anni Novanta, scrivendo poesie. Poi, dieci anni fa, l'autore sceglie di esplorare il linguaggio fotografico della luce per essere più coerente ed immediato. La presentazione della mostra e il catalogo edito da Omnia Comunicazione, sono stati curati da Marcello Sparaventi, il quale modererà anche l'incontro di domenica prossima. Sparaventi è l'ideatore e presidente di "Centrale Fotografia", l'associazione culturale che rappresenta nelle Marche un punto di riferimento per la fotografia, basti pensare alla rassegna di eventi che ogni anno si svolgono nel centro storico di Fano: quest'anno la quinta edizione si terrà dal 7 al 9 giugno con la cura del critico Luca Panaro, docente di fotografia contemporanea all'Accademia di Brera.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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