A Roma la mostra fotografica immersiva di WeWorld
"Africa Blues. Mozambico nel 2100: proiezioni della crisi climatica sui volti di chi la vive ogni giorno"
per raccontare la preoccupante trasformazione ambientale
Sensibilizzare le persone sugli effetti dei cambiamenti climatici attraverso i volti di chi subisce ogni giorno la profonda trasformazione dei territori. È questo l'obiettivo di "Africa Blues. Mozambico nel 2100: proiezioni della crisi climatica sui volti di chi la vive ogni giorno", il progetto fotografico realizzato da WeWorld - organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambini e bambine in 27 Paesi, tra cui l'Italia, e nota anche per il suo impegno sul tema dei cambiamenti climatici. Le fotografie sono esposte a Roma per la prima volta, dal 17 marzo al 2 aprile presso la serra espositiva dell'Orto Botanico, spazio dell'Università la Sapienza di Roma, partner dei progetti di WeWorld in Mozambico, Paese particolarmente segnato dagli effetti del cambiamento climatico.
Focus dell'esposizione sono gli scatti fotografici realizzati in Mozambico lo scorso novembre, dai fotografi Giulia Piermartiri e Edoardo Delille nell'ambito dei progetti che WeWorld porta avanti nel Paese. Le foto scattate sono state realizzate con una tecnica innovativa, capace di far immergere il visitatore in un futuro possibile. In un gioco di sovrapposizioni, infatti, si possono osservare scene di vita quotidiana mescolate alle diapositive che mostrano quegli stessi luoghi drasticamente modificati dalla crisi climatica. Un'immagine che ci proietta in un futuro che non sembra più così distante. Una metamorfosi lenta, ma progressiva, destinata a intensificarsi, se non verranno messi in atto degli interventi efficaci.
"Con il nostro lavoro sul campo cerchiamo di mitigare e prevenire gli effetti devastanti del cambiamento climatico. Non è però mai abbastanza – spiega Margherita Romanelli, Coordinatrice Policy & Advocacy Internazionale di WeWorld - . Solo con una reale transizione ecologica e un drastico abbassamento delle emissioni nel nord del mondo possiamo davvero migliorare la nostra vita e di chi contribuisce meno al riscaldamento globale, ma ne subisce quotidianamente le conseguenze. Un processo che deve necessariamente passare da scelte politiche coraggiose e non più rimandabili, ad esempio sganciarsi finalmente dalle fonti energetiche fossili verso energie pulite, o ancora sensibilizzare i cittadini affinché siano pronti, non solo a cambiare stile di vita come nei cibi che scelgono al supermercato o ad un uso sempre più massiccio dei mezzi di trasporto pubblico, ma anche ad unirsi e far sentire la propria voce nelle richieste di politiche innovative. Sappiamo che non è un percorso facile, proprio per questo abbiamo voluto fortemente al nostro fianco Giulia Piermartiri ed Edoardo Delille che grazie ai loro scatti sapranno coinvolgere i visitatori in una mostra immersiva che non potrà lasciare indifferenti".
Le fotografie sono state realizzate all'interno della campagna #ClimateOfChange, nata per raccontare il legame tra il cambiamento climatico e le migrazioni, e vanno ad arricchire un lavoro più corale dal titolo "Atlas of the New World" che i due fotografi portano avanti da anni, immaginando le possibili trasformazioni di Maldive, Monte Bianco e California del Nord.
La scelta di WeWorld è ricaduta proprio sul Mozambico perché è al terzo posto nella classifica dei Paesi africani, per calamità ambientali. Pur contribuendo solo al 4% delle emissioni inquinanti, l'Africa è il continente che paga il prezzo più alto del cambiamento climatico in atto. Solo nel 2019, alluvioni, siccità e carestie hanno generato 2,5 milioni di profughi. Ogni anno le calamità naturali colpiscono e distruggono interi villaggi e compromettendo il raccolto agricolo. Il Mozambico, in particolare, soprattutto lungo la sua costa di quasi 2.500 km, è uno dei Paesi più vulnerabili dal punto di vista climatico. Sono soprattutto le comunità più povere e vulnerabili, che vivono dell'agricoltura, a pagarne il prezzo.
WeWorld opera nel Paese da oltre 20 anni, con progetti sia di sviluppo sia legati all'emergenza. In particolare, nel 2019, l'organizzazione si è attivata subito per far fronte alle due emergenze causate dai cicloni Idai e Kenneth, attraverso un aiuto diretto verso chi necessitava di tutto: acqua pulita, salute, assistenza e servizi igienico sanitari. Dopo l'emergenza, WeWorld ha anche attivato dei programmi per ripristinare le risorse economiche in modo che le comunità potessero agire autonomamente attraverso la distribuzione di semenze e kit agricoli.
UNA SELEZIONE DI SCATTI
Inhaca.
Leonel Maló, guardiano della Stazione di Biologia Marittima dell'isola di Inhaca, Dipartimento di Ricerca della Facoltà di Scienze dell'Università Eduardo Mondlane di Maputo.
Inhaca.
Atália Almeida, 8 anni, accanto alla sala-cucina di casa sua. Va a scuola e aiuta sua madre nei campi di manioca.
Inhaca.
Julienta Noje e Vasco Milando, marito e moglie davanti a casa loro. Lei lavora nei campi di manioca, mentre lui tiene un negozietto molto piccolo davanti alla loro proprietà.
Inhaca.
Márcia Sambo davanti a casa sua
Campi urbani.
Jaulane - Distretto Municipale di Kanhlamankulu Fernando Nhaca (49), agricoltore e artista, lavora nei campi per mantenere i suoi 4 figli e sua moglie, e ogni sabato va in centro a Maputo a vendere le statue che crea tagliando il legno.
#ClimateOfChange
#ClimateOfChange è la campagna di comunicazione europea – guidata dall'italiana WeWorld e cofinanziata dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma DEAR (Development Education and Awareness Raising Programme) - che mira a sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini e cittadine dell'UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni e coinvolgerli per creare un movimento pronto non solo a cambiare il proprio stile di vita ma anche a sostenere la giustizia climatica globale.
Ad unire le forze per raggiungere lo scopo sono 16 organizzazioni europee – tra organizzazioni della società civile, università e ONG – che dal 2020 sono al lavoro per progettare in sinergia, non solo ricerche e dibattiti nelle scuole e nelle università, ma anche una campagna paneuropea di comunicazione e sensibilizzazione, online e offline, che interesserà milioni di ragazzi e ragazze dai 16 ai 35 anni che vivono in 23 stati membri dell'UE. Per saperne di più è possibile visitare il sito www.climateofchange.info.
WeWorld
WeWorld è un'organizzazione italiana indipendente impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi, compresa l'Italia.
WeWorld lavora in 129 progetti raggiungendo oltre 8,1 milioni di beneficiari diretti e 55,6 e milioni di beneficiari indiretti. È attiva in Italia, Siria, Libano, Palestina, Libia, Tunisia, Afghanistan, Burkina Faso, Benin, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Kenya, Tanzania, Mozambico, Mali, Niger, Bolivia, Brasile, Nicaragua, Guatemala, Haiti, Cuba, Perù, Tailandia, Cambogia, Ucraina e Moldavia.
Bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità sono i protagonisti dei progetti e delle campagne di WeWorld nei seguenti settori di intervento: diritti umani (parità di genere, prevenzione e contrasto della violenza sui bambini e le donne, migrazioni), aiuti umanitari (prevenzione, soccorso e riabilitazione), sicurezza alimentare, acqua, igiene e salute, istruzione ed educazione, sviluppo socio-economico e protezione ambientale, educazione alla cittadinanza globale e volontariato internazionale.
Mission - La nostra azione si rivolge soprattutto a bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità per un mondo più giusto e inclusivo. Aiutiamo le persone a superare l'emergenza e garantiamo una vita degna, opportunità e futuro attraverso programmi di sviluppo umano ed economico (nell'ambito dell'Agenda 2030).
Vision - Vogliamo un mondo migliore in cui tutti, in particolare bambini e donne, abbiano uguali opportunità e diritti, accesso alle risorse, alla salute, all'istruzione e a un lavoro degno. Un mondo in cui l'ambiente sia un bene comune rispettato e difeso; in cui la guerra, la violenza e lo sfruttamento siano banditi. Un mondo, terra di tutti, in cui nessuno sia escluso.
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